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Le linee ferroviarie peggiori d’Italia: l’elenco inatteso

Hai un treno da prendere? Buona fortuna. Ovunque le linee ferroviarie, soprattutto riguardo al trasporto locale, fanno piangere ed ogni volta è un’odissea.

Il trasporto ferroviario in Italia, e in particolare nel Mezzogiorno, continua a presentare criticità significative, evidenziate dal recente report di Legambiente, Pendolaria 2024, presentato a Reggio Calabria. Il documento fa luce su un problema persistente: la disparità tra il Nord e il Sud del Paese in termini di qualità e quantità del servizio ferroviario. Mentre il trasporto ferroviario nel Settentrione mostra segni di miglioramento, il Meridione si porta appresso una atavica zavorra fatta di treni lenti ed obsoleti che non riescono a soddisfare le esigenze dei viaggiatori.

Le linee ferroviarie peggiori d’Italia: l’elenco inatteso (radiocentro95.it)

Più in generale però, anche al Nord siamo lontani dal futuristico treno giapponese Shinkansen, ultramoderno ed ogni volta super puntuale.  Una delle sezioni più allarmanti del report riguarda le dodici linee ferroviarie peggiori del 2024. Quattro di queste si trovano nel Sud Italia, e tra queste si annoverano le ex linee circumvesuviane e la linea Catania-Caltagirone-Gela. Tutte le tratte sono caratterizzate da convogli inadeguati e ritardi costanti. E rappresentano la parte più vulnerabile del sistema ferroviario nazionale. Le linee Roma-Lido e Roma Nord, così come la Milano-Mortara e la Genova-Acqui-Asti, completano la lista, evidenziando un quadro preoccupante che richiede interventi urgenti.

Qual è il treno più lento d’Italia? Bella lotta

Il report menziona il caso di alcune linee chiuse da anni, come la Palermo-Trapani via Milo e la Caltagirone-Gela, il cui servizio è sospeso senza prospettive concrete di riattivazione. Questa situazione limita la mobilità dei cittadini, crea disagi enormi e contribuisce anche a un senso di isolamento e di abbandono nelle comunità locali. Il messaggio trasmesso è che i politici sia del luogo che regionale e nazionale si mostra incapace ed insensibile nel risolvere i problemi delle persone comuni che quegli stessi politici li votano pure.

Un altro aspetto critico è l’età media dei convogli. Nel Sud Italia, l’età media dei treni è di 18,1 anni, rispetto ai 14,6 anni del Nord. In alcune regioni, come il Molise e la Calabria, questa cifra raggiunge addirittura i 22,6 e 21,4 anni, rendendo evidente il degrado del parco rotabile. Gli utenti del servizio ferroviario meridionale sono costretti a subire disagi quotidiani, in un contesto in cui le aspettative di modernità e efficienza sono sempre più alte. Il report di Legambiente critica severamente la strategia del governo Meloni, evidenziando l’assenza di fondi per il trasporto rapido e la mobilità dolce nell’ultima legge di bilancio.

Qual è il treno più lento d’Italia? Bella lotta (radiocentro95.it)

Questo segna una battuta d’arresto rispetto agli sforzi precedenti per migliorare le infrastrutture e i servizi di trasporto. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevedeva importanti interventi ferroviari, è stato notevolmente ridimensionato, con tagli significativi a progetti cruciali. Questa situazione è aggravata dalla mancanza di un piano chiaro e sostenibile per affrontare le problematiche di mobilità nel Mezzogiorno. Il dibattito pubblico sembra concentrarsi su opere come il Ponte sullo Stretto di Messina, mentre le necessità quotidiane dei pendolari e dei cittadini rimangono in secondo piano.

La situazione in Sicilia

In quella che è la Regione più grande d’Italia la situazione è particolarmente critica, con un’alta percentuale di linee a binario unico ed un gran numero di chilometri non elettrificati. I tempi di percorrenza tra le diverse città sono a dir poco imbarazzanti; ad esempio, un viaggio da Trapani a Ragusa richiede oltre 13 ore, costringendo i viaggiatori a cambiare treno più volte. Questi dati mettono in evidenza l’urgenza di un rinnovamento infrastrutturale e tecnologico.

Nonostante il quadro desolante (sul quale inficiano pure frequenti scioperi) il report di Legambiente non si limita a sottolineare le criticità. Ci sono anche buone notizie, come il progetto della linea Bari-Bitritto, che, sebbene in ritardo, promette di migliorare la mobilità nella regione. Inoltre, si registra un aumento del numero di viaggiatori, con Trenitalia che segnala un incremento rispetto al periodo pre-pandemia.

La situazione in Sicilia (radiocentro95.it)

Le iniziative di elettrificazione delle linee e l’acquisto di nuovi treni rappresentano ulteriori segnali positivi. Tuttavia, per affrontare le sfide future e rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, è necessario un impegno sostenuto e finanziamenti adeguati. Legambiente stima che siano necessari nuovi investimenti annuali per garantire un servizio ferroviario regionale all’altezza delle aspettative.

Salvatore Lavino

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